Tra le cause più importanti di difficoltà respiratoria dal naso annovero le ipertrofie dei turbinati e le deviazioni del setto, con particolare interesse per l’ipertrofia dei turbinati. Questo è un fenomeno che caratterizza diverse malattie. La malattia più comune è la rinite allergica. Esistono altri tipi di rinite che portano ad un aumento di volume dei turbinati, ricordiamo le riniti non allergiche eosinofile e neutrofile. Queste si caratterizzano per sintomi simili alla rinite allergica, ma non esiste un allergene, cioè non si individua una sostanza scatenante. L’ipertrofia dei turbinati è anche sostenuta da fattori aspecifici come l’inquinamento e il clima freddo-umido. In altri casi la deviazione del setto nasale favorisce l’aumento di volume dei turbinati soprattutto nella fossa nasale più ampia.
In questo articolo mi soffermo sugli aumenti di volume dei turbinati che possono derivare da qualsiasi causa. Il risultato è che per effetto dei turbinati ingrossati il paziente respira molto male. Nella figura si osserva l’interno delle fosse nasali: a sinistra un soggetto normale, dove si vede che lo spazio respiratorio (colore marrone scuro) è ampio. Nel disegno di destra un soggetto con turbinati ipertrofici, quindi con difficoltà respiratoria nasale.
Gli otorinolaringoiatri hanno cercato da tempo di porre rimedio a questo problema sia con farmaci e che con la chirurgia. Tra i farmaci ricordo i vasocostrittori e i cortisonici. I primi danno un sollievo rapido, ma di breve durata. Quando il loro uso si protrae nel tempo diventano poco efficaci. Il paziente utilizza sempre più vasocostrittori, poi arriva un momento dove non fanno più nulla e i turbinati restano ipertrofici. In questi casi si ha il quadro della rinopatia medicamentosa che dobbiamo ritenere una ulteriore causa di difficoltà respiratoria nasale.
Altri farmaci molto utilizzati sono quelli che contengono cortisone sotto forma di spray nasali. Questi hanno un’ottima azione antiinfiammatoria, sono validi nelle ipertrofie medie o lievi, ma non sempre riescono a dare risultati duraturi.
In parallelo alla ricerca farmacologica si è sviluppata quella chirurgica. Anche gli interventi chirurgici hanno presentato problemi. Per molti anni i problemi post-chirurgici sono stati soprattutto due: buoni risultati immediati, ma di breve durata nel tempo; oppure risultati non sempre stabili nel tempo. A volte i chirurghi hanno eseguito demolizioni eccessive che poi, nel decorso post-operatorio, hanno creato difficoltà al paziente. Questo per far capire che operare i turbinati non è semplice, occorre trovare equilibrio.
C’è anche un altro problema che preoccupa coloro che respirano male dal naso. E’ noto che essendo i turbinati organi che aumentano di volume per un iperaflusso di sangue, dopo che vengono operati, si collocano i tamponi in entrambe le fosse nasali. Quando si opera con tecniche chirurgiche ormai superate il dolore post-operatorio e il dolore per la manovra di stamponamento sono stati motivi di diffidenza da parte dei pazienti.
Oggi le tecniche sono molto evolute, sia nello strumentario chirurgico e sia nel tamponamento. Sono state messe a punto metodiche molto precise dove non è nemmeno necessario il tamponamento nasale. Do la preferenza alla devascolarizzazione dei turbinati con radiofrequenze. Si tratta di una metodica moderna che offre non pochi vantaggi e che illustrerò meglio in un altro articolo.
Presso il centro Medico Specialistico Baganza è possibile fare tutte le valutazioni cliniche, compresa l’eventuale rinofibroscopia, per avere una visione completa del naso e per cercare la soluzione migliore per ogni singolo caso. Qualora il paziente abbia la necessità di un intervento in questo Centro Medico potrà sottoporsi ai controlli post-chirurgici che saranno necessari.
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Carlo Govoni – medico specialista in otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale
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